|
|
|
Nome scientifico |
Peumus boldus Molina (Famiglia: Monimiacee) |
||||||||
Nomi popolari: |
boldo |
||||||||
Habitat: |
Cresce spontaneo in Cile e nelle regioni andine del Sudamerica; si coltiva anche in Italia e nel Nordafrica. |
||||||||
Descrizione: |
Albero o arbusto alto fino a 5 m, con foglie ellittiche dalla superficie rugosa; i fiori sono bianchi o giallognoli; tutta la pianta diffonde un gradevole aroma che ricorda quello della menta piperita. |
||||||||
Raccolta: |
In autunno |
||||||||
Cenni storici: |
Scoperto da Giovanni Ignazio Molina in Cile, il boldo era utilizzato dagli Indios andini come stomachico, vermifugo e depurativo. Il termine "peumus" deriva dal latino "peumene" (= spuma color argento) e richiama il colore verde-grigio dai riflessi argentati delle foglie della droga. |
||||||||
Parti utilizzate in terapia: |
Le foglie. |
||||||||
Usi della pianta: |
|
||||||||
Principi attivi: |
Le foglie del boldo contengono circa 20 alcaloidi, i più importanti dei quali sono la boldina (25-30%) e l'isoboldina; le foglie sono ricche anche di olio essenziale (pinene, canfene, terpinene), che conferisce alla pianta il suo caratteristico aroma e in cui sono stati identificati eucaliptolo, ascaridolo e cimolo; le foglie contengono inoltre vari flavonoidi, glucosidi (boldoglucina) e tannini. |
||||||||
Preparazioni: |
USO INTERNO - Ha proprietà coleretica, eupeptica, aperitiva ed è un blando lassativo.
|
||||||||
Tossicità: |
Ingerito in dosi elevate (oltre 4 tazze al giorno), il boldo produce un effetto sonnifero e anestetico (effetto della boldoglucina) sul sistema nervoso centrale. In via precauzionale si consiglia alle donne in gravidanza di evitarne l'assunzione. |
|
|
|