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Nome scientifico: |
Punica granatum L. | ||
Nome comune: | Melograno | ||
Descrizione: |
Albero di medie dimensioni con fusto più o meno eretto e rami rigidi e spinosi portanti foglie opposte, coriacee, caduche e arrotondate all'apice. I fiori sono riuniti all'estremità dei rami più sottili e sono ermafroditi: si trasformano in frutti rosso-arancione detti "balauste" costituiti da una bacca coriacea e sferica, grande come una mela, che nell'interno presenta diversi compartimenti contenenti numerosi semi rossi, rivestiti a loro volta da un tegumento ricco di succo dolce e acidulo. | ||
Habitat: | Pianta diffusa in tutte le zone temperate. | ||
Cenni storici: |
Furono i Romani a scoprire questa pianta nei dintorni di Cartagine e perciò
la chiamarono Malum punicum. Ma la pianta ha origini remote e infatti appare
nell'antico Testamento fra le piante della Terra Promessa. Anche gli Egizi e
i Fenici conoscevano il melograno e lo reputavano un frutto divino simbolo
di prosperità e ricchezza. Durante i secoli sono stati attribuiti al melograno diversi pregi: febbrifugo, antivomito, antitussivo, vermifugo e persino componente per dentifrici. Attualmente la pianta viene utilizzata prevalentemente come vermifugo. |
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Parti utilizzate in terapia: |
Corteccia. | ||
Principi attivi: |
Alcaloidi a nucleo piperidinico, tra cui il più importante è la pelletierina (beta-2-piperidilpropionaldeide) ad azione tenifuga (paralizza la tenia, favorendone l'espulsione naturale). | ||
Usi della pianta: |
Vermifugo. | ||
Preparazioni: |
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Controindicazioni: | L'alcaloide pelletierina è tossico anche nell'uomo, se utilizzato a dosi superiori a quelle terapeutiche. I sintomi dell'intossicazione sono:vertigini, nausea, vomito, diarrea, torpore agli arti e turbe visive. |
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