Nome
scientifico
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Carica papaya
L. (Caricaceae) |
Nomi
popolari:
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papaya |
Habitat:
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Originaria
dell'America centrale e coltivata nelle regioni tropicali. |
Descrizione:
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Albero da 3 a
10 metri, con tronco caratterizzato dalle cicatrici delle foglie cadute e
una grande chioma di foglie all'apice. Ha foglie grandi, palmate con lungo
picciolo. La pianta ha fiori maschili (piccoli e verdastri) raggruppati in
racemi; i fiori femminili sono grandi, isolati, nella parte superiore del
tronco. Il frutto è una grossa bacca di 20-30 cm di diametro, a forma
arrotondata o a uovo, di colore verde-giallo, del peso di 5 kg quando
raggiunge la maturazione. |
Cenni
storici:
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La papaya
-detto anche albero dei meloni per la somiglianza dei frutti- è una pianta
scoperta in Messico dagli Spagnoli. Nel 1754 venne nominata in un famoso
erbario. La pianta si diffuse anche in forma coltivata. |
Curiosità:
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I popoli delle
Antille utilizzano i frutti e la corteccia dell'albero, con cui fabbricano
corde. Le foglie sono usate come sapone per lavare la biancheria. Gli steli
sono usati per fabbricare canne da pipa. |
Parti
utilizzate in terapia:
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Lattice
estratto dai frutti quasi maturi. Prelevato con incisioni. |
Principi
attivi:
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Nei frutti:
pectine, zuccheri, acidi organici e glucosidi (carposide) che libera un olio
essenziale (isotiocianato di benzile), enzima proteolitico sulfidrilico
(papaina e chimopapaina) con proprietà di trasformare le proteine in
peptoni. Vitamina A e C, modestamente antiossidanti. |
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Foglie:
alcaloide (carpaina) con azione sul cuore e sui reni, analogamente alla
digitale. |
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Usi
della pianta:
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Dispepsia
dovuta a scarsa produzione di acido cloridrico: aiuta la digestione delle
proteine. |
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Antielmintico: contro gli ascaridi e i tricocefali. La papaina agisce sulla
cuticola chitinosa dei parassiti, normalmente resistente agli attacchi dei
fermenti intestinali. |
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Uso esterno: la papaina è usata per le piaghe, con azione cheratodigerente
sui tessuti morti. |
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PAPAYA FERMENTATA DI LUC MONTAGNIER [FPP]: preparazione particolare
utilizzata come potente antiradicale libero. Il sistema di fermentazione è
stato ideato in Giappone e permette di ottenere una preparazione con azione
sia antiradicalica sia stimolante il sistema immunitario. Si parte dal
frutto, ricco di vitamine, papaina e chimopapaina; la lunga fermentazione
(10 mesi!) permette di limitare la presenza di componenti digestivi
(potenzialmente portatori di alcune controindicazioni) e di conservare le
caratteristiche antiossidanti. Si formano anche nuovi oligosaccaridi a
diversa polimerizzazione, somiglianti all' alfa 1-3 D-glucano, che esprimono
attività immunomodulante, stimolando la produzione di macrofagi. Ciò
permette di ripristinare il funzionamento corretto di tutte le cellule
dell'organismo: studi dimostrano che è in grado di modulare la sintesi di
mRNA, di ossido d'azoto, del TNF-alfa e dell'interleuchina-beta. Ha inoltre
dimostrato efficacia nel limitare i danni da radicali ossidrilici,
stimolando l'enzima "spazzino" superossidodismutasi.
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UTILIZZO TERAPEUTICO:
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Si usa per il trattamento di epilessia; |
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Stati di eccesso di radicali liberi: tabagismo, alcoolismo, stress,
inquinamento... |
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Ottimizzazione di difese immunitarie: invecchiamento, stagione fredda,
malattie di stagione; |
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Patologie oncologiche e degenerative: Alzheimer, Parkinson, epatiti,
malattie cardiovascolari... |
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Dermatologia: preventivo contro l'invecchiamento cutaneo
(fotoinvecchiamento) |
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Controindicazioni: |
La
papaina e la chimopapaina utilizzate per periodi prolungati possono dare
luogo a reazioni allergiche. |