Nome
scientifico
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Taraxacum
officinale Web. Famiglia Composite |
Nomi
popolari:
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dente di
leone, soffione |
Habitat:
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Cresce
assai comunemente nelle praterie, nei campi e sui margini dei sentieri di
tutta Europa e America; è diffuso in tutti i continenti. |
Descrizione:
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Pianta
erbacea perenne alta fino a 30 cm; le foglie sono profondamente dentate o
lobulate, glabre, e formano una rosetta basale a livello del terreno, da cui si
levano i fusti fiorali, che all'estremità presentano un'infiorescenza di color
giallo vivo. Il frutto è un achenio munito di pappo.
Come
droga si impiega la radice contusa, raccolta in autunno, o la pianta.
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Raccolta:
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autunno |
Cenni
storici:
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Il
tarassaco è stato scarsamente considerato nella medicina antica, che lo
riteneva solo un rimedio familiare. Solo di recente, dopo la
determinazione chimica dei componenti, esso è stato rivalutato. |
Curiosità:
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Le
popolazioni rurali hanno utilizzato il tarassaco come succedaneo del caffè per
lunghi periodi. Le radici venivano torrefatte e consumate dopo filtratura a
caldo. Le foglie vengono tutt'ora usate nelle insalate.
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Parti
utilizzate in terapia:
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Le parti
utilizzate sono le foglie e le radici. |
Principi
attivi:
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Le
foglie e la radice contengono inulina e tarassicina, un principio amaro
simile a quello della cicoria, del gruppo degli alcooli triterpenici (taraxasterolo), in
virtù del quale la pianta sviluppa le sue proprietà toniche e digestive;
le foglie contengono anche tannini, fruttosani, flavonoidi, cumarine e le
vitamine A, B, C e D. Sono inoltre presenti fitosteroli e tarassina
(glucosidi) |
Usi
della pianta:
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Il dente
di leone agisce con i seguenti effetti:
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Aperitivo,
digestivo e tonico stomachico: aumenta le secrezioni di tutte le
ghiandole dell'apparato digerente, facilitando e migliorando così
la digestione; aumenta la produzione di saliva, dei succhi gastrici,
intestinali e pancreatici, oltre che della bile; contemporaneamente
stimola la muscolatura di tutto il tubo digerente. Per queste
ragioni il dente di leone accelera e stimola tutti i processi della
digestione, sia fisici sia chimici. |
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Coleretico
(aumenta la produzione della bile nel fegato) e colagogo (facilita
lo svuotamento della cistifellea): l'azione esercitata sul fegato e
sulla cistifellea è la stessa svolta sugli altri organi digestivi,
sebbene più intensa (fino a 3 volte il flusso normale); per questo,
è in grado di promuovere l'eliminazione del colesterolo. Il dente
di leone è una delle piante che agiscono con più efficacia sulla
funzione biliare e perciò si consiglia soprattutto a chi soffre di:
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Insufficienza
epatica, epatite e cirrosi: l'elevata produzione di bile
decongestiona il fegato e facilita il suo lavoro di disintossicazione.
Inoltre, rinforza le membrane degli epoatociti, rendendoli
più resistenti alle intossicazioni. |
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Discinesia
biliare: pigrizia della cistifellea e altri disturbi del suo
funzionamento. |
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Colelitiasi
(calcoli nella cistifellea): il dente di leone certo non è in grado
di sciogliere i calcoli, tuttavia garantisce un funzionamento
migliore della cistifellea in attesa di una cura risolutiva. |
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Diuretico
e depurativo: è uno dei risultati più rilevanti. Il dente di leone
aumenta la quantità di orina e favorisce l'eliminazione di sostanze
acide di rifiuto, che appesantiscono il metabolismo: secondo un
detto francese, il dente di leone "purifica il filtro renale e
asciuga la spugna epatica". |
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Blando
lassativo, non irritante, utile specialmente nei casi di pigrizia o
di atonia intestinale: l'effetto lassativo, unito a quello
depurativo, fa di questa pianta una buona medicina in caso di
eczemi, di eruzioni, di foruncoli e di cellulite, che in molti casi
sono la conseguenza di un'autointossicazione causata dalla
stitichezza. |
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blando
cardiocinetico (esperimenti su rane) e blando antidiabetico
(esperimenti su conigli, grazie all'inulina). |
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Preparazioni:
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Il
dente di leone crudo, per il gradevole sapore amaro delle foglie, è un
buon ingrediente per le insalate primaverili che, condite con olio e
limone, sviluppano un ottimo effetto aperitivo e depurativo.
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Succo fresco - si ottiene per spremitura o
triturazione delle foglie e delle radici e se ne prendono 2 o 3 cucchiai
prima di ogni pasto; per ottenere un effetto depurativo rilevante, si deve
prendere ogni giorno, per un mese o un mese e mezzo, i primavera. |
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Infuso:
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per una cura stagionale, in 1 tazza di acqua
appena bollita, porre 1-2 cucchiaini da tè di radice di tarassco e si
lascia in infusione 15 minuti; bere 1 tazza al mattino e 1 alla sera per
4-6 settimane consecutive. |
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nella colecistopatia cronica: preparare una tisana con: rosmarino
foglie 15g, tarassaco radice 20g, combreto foglie 25g, boldo foglie 25g.
Preparare come la tisana precedente. Bere una tazza al mattino e una alla
sera lontano dai pasti. |
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TINTURA MADRE
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nella stipsi in gravidanza: 30-50 gocce alle ore
10 e 30-50 gocce alle ore 18 in poca acqua. |
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gocce
drenanti epatobiliari: tarassaco TM 40g, carciofo TM 30g,
cardo mariano TM 20g, rosmarino TM 10g. 30-40 gocce prima dei
pasti. |
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DECOTTO
DEPURATIVO: tarassaco radice 50g, bardana radice 20g, cicoria radice
20g, carciofo foglie 10g. 1 cucchiaio per tazza, bollire 2-3 minuti
e bere dopo i pasti. |
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