VALERIANA

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Nome scientifico

Valeriana officinalis, Valerianaceae

Nomi popolari:

erba gatta

Habitat:

Europa, Asia centrale e settentrionale, Giappone

Descrizione:

Pianta erbacea perenne con rizoma a stolone, a radici fibrose e allungate; ha un caule eretto glabro, da 100-150 cm con foglie opposte, pennate a 5-11 paia di segmenti lineari lanceolati. I fiori, rosa o bianchi, ermafroditi, sono raccolti in corimbi terminali disposti ad ombrello. Il frutto è un achenio drupaceo.

Cenni storici:

Il primo documento in cui viene nominata è la Materia Medica del Guadagnini (1560). Nel XVII secolo, Fabio Colonna (epilettico) provò su se stesso la pianta, poichè si presumeva che la valeriana agisse sul cervello, ma morì. Un medico, Monpellier Lazare Riviere (Riverio, in Italia), sperimentò scientificamente la pianta, e dimostrò che era teoricamente possibile curare l'epilessia. Più tardi, comunque, si dimostrò che a dosi elevate, la valeriana poteva dare fenomeni tossici (offuscamento della vista, convulsioni).

Curiosità:

Il nome deriva dal latino "valere", dare forza. In epoca Medievale era usata per gli incantesimi. I gatti amavano particolarmente questa pianta, che se ne inebriavano ingerendone le foglie. Da questa osservazione, il soprannome di erba gatta.

Parti utilizzate in terapia:

rizoma e radici

Principi attivi:

La valeriana è un esempio di pianta in cui l'elevato numero di composti non è ancora in grado di chiarire gli effetti che con essa si ottengono.

punto elenco

olio essenziale (alfa-pinene, borneolo, canfene, acido valerianico e isoferulico, alfa-, beta-, gamma-, delta-valene): azione sedativa. L'isovalerianato di borneolo è dotato anche di potere narcotico. 

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sesquiterpeni (valenolo): azione spasmolitica (più forte perfino della papaverina).

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valeropotriati (esteri terpenici): calmanti, sedativi senza depressione della concentrazione e della creatività.

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alcaloidi: azione sedativa

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glucosidi: azione sedativa

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acido caffeico e clorogenico, tannini, zuccheri, colina

Usi della pianta:

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Sul sistema nervoso: deprime l'asse cerebro-spinale. Viene perciò usata nelle forme blande di ISTERISMO e come BLANDO SEDATIVO (anche se non è tutt'ora chiaro a quale composto si debbano queste azioni).

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Sul sistema vascolare: diminuisce la pressione arteriosa (per eccitazione parasimpatica e depressione centrale). Quindi, la valeriana viene usata nelle NEVROSI CARDIACHE con palpitazioni ed angoscia.

Per effetto di questa duplice azione, la valeriana è usatissima anche nelle TURBE DELLA MENOPAUSA.

Preparazioni:

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INFUSO CALMANTE: valeriana radice g 40, melissa foglie g 20, camomilla romana fiori g 10, luppolo fiori g 20, passiflora sommità g 10. 1 cucchiaio per tazza, prima di coricarsi.

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GOCCE SEDATIVE: valeriana TM g 40, passiflora TM g 30, biancospino TM g30. 30 gocce per dose.

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CAPSULE CONTRO GLI SPASMI INTESTINALI: valeriana PM mg 200, camomilla PM mg 100, finocchio PM mg 80, belladonna PM mg 20. 1 capsula al bisogno.

Tossicità:

I valepotriati, un tempo considerati i principi attivi, si sono dimostrati citotossici. In realtà, essi non sono presenti negli estratti acquosi (tisane) e sono instabili quando somministrati per via orale. In conclusione, l'uso normale della droga non dovrebbe essere pericoloso.

Avvertenze:

Le dosi consigliate sono:
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polvere: g 1 - 10 al giorno

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infuso: non più dell'1% (1 g in 100 g d'acqua) e da usarsi a tazzine anzichè a tazze

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tintura madre: non più di 30 gocce per dose. Si noti che tale quantità contiene già 0,5 g di valeriana.

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