|
|
|
L’arrivo della primavera per molte persone in realtà coincide con apatia, disinteresse e stanchezza non giustificata. Sembra quasi che da parte del nostro organismo vi sia difficoltà a sincronizzare il nostro orologio biologico con i ritmi dell’ambiente esterno a noi. Ecco perché sono proprio le cosiddette piante “adattogene” che trovano spesso indicazione per combattere un sintomo fastidioso quanto insidioso come la stanchezza primaverile.
Fastidioso
perché spesso non sappiamo neppure come affrontarlo dal punto di vista
terapeutico: il paziente viene etichettato come noioso e depresso e come tale
liquidato con un ricostituente qualsiasi o un integratore di vitamine. E la
stanchezza persiste.
Insidioso
perché talvolta può essere proprio il sintomo di una patologia vera e propria,
nascosta, che deve essere necessariamente diagnosticata per poter essere curata.
Ed allora l’astenia e la spossatezza che non trovano spiegazione plausibile e
che perdurino nel tempo devono sempre essere indagate dal medico: talvolta è
possibile trovare come responsabile di questi sintomi l’ipotensione arteriosa,
oppure l’anemia da carenza di ferro o di vitamina B12 o di acido folico, o da
altre cause ancora; altri motivi organici di stanchezza da escludere sono:
l’ipotiroidismo, la sindrome nefrosica, l'insufficienza renale, l’epatite
cronica, infezioni silenti, la depressione o stati di intossicazione cronica
come succede nei forti fumatori ed in coloro che abusano di alcool.
Escluse
tutte queste possibili cause mediante un’adeguata visita medica ed eventuali
accertamenti specifici, si potrà ricorrere ai rimedi più pertinenti, naturali
o meno in relazione alle esigenze del singolo paziente.
Ritrovare
la efficienza fisica comporta necessariamente :
a)
riposare adeguatamente durante la notte (ricordate il vecchio detto “aprile
dolce dormire”) |
|
b)
alimentarsi equilibratamente con cibi possibilmente biologici ed integrali |
|
c)
esporsi alla luce del sole con un minimo di attività sportiva quotidiana |
|
d)
abolire eventuali tossici quali alcool e fumo |
Le
piante che possono essere utilizzate in questi casi, e sempre ovviamente con le
modalità adeguate sono quelle tradizionali, come il Ginseng,
il Guaranà
e l’Eleuterococco, o quelle più nuove alle
nostre conoscenze, quali la Rodiola e la Maca. Nessuna di queste piante è di
origine “nostrana”, tutte sono importate dalla medicina tradizionale di
popolazioni extraeuropee.
La
radice di Rodiola (Rodiola rhosea) della famiglia delle Crassulaceae presenta
un’attività adattogena, con particolare incremento delle prestazioni fisiche:
accorcia il tempo di recupero muscolare dopo un esercizio fisico (aumenta la
sintesi delle proteine), aumenta livelli di adenosintrifosfato (ATP) e di
creatin fosfato (CP) nel tessuto muscolare striato, aumenta i livelli plasmatici
di beta endorfine, mentre a livello del SNC pare abbia attività antidepressiva. Uno studio clinico in doppio cieco condotto su un
gruppo di studenti prima di esami scolastici ha dimostrato che la performance
mentale dei soggetti del gruppo trattato con questa pianta era significativamente (P<0,05)
migliore di quella dei soggetti del gruppo placebo. Non sono stati notati
effetti collaterali degni di nota.
Interessante
il fatto che in un trial clinico su maschi affetti da impotenza sessuale
moderata e da eiaculazione precoce la Rodiola ha mostrato effetti benefici,
anche con incremento della sintesi di ormoni sessuali.
La
Maca (Lepidium meyenii Walp) è una pianta erbacea della
famiglia delle Cruciferae tipica delle montagne andine peruviane. Cresce intorno
ai 4.000 m di altezza ed è tradizionalmente utilizzata nell’alimentazione delle popolazioni
andine perchè ricca di proteine, aminoacidi essenziali (isoleucina,
leucina, lisina, metionina, cistina, valina, tirosina, fenilalanina) , Ferro,
Manganese,
Zinco, Calcio, Fosforo. Contiene peraltro alcaloidi, saponine triterpeniche e steroidee, e
glucosinolati.
E’
presente oggi anche in integratori e prodotti naturali utilizzati come
adattogeni e ricostituenti da sportivi e convalescenti. Sperimentalmente stimola
le funzioni sessuali: ricercatori peruviani hanno recentemente dimostrato che il
trattamento orale con un estratto di Maca per 4 mesi ha aumentato il volume di
sperma, il numero degli spermatozoi e la loro motilità senza alterare i valori
ematici di LH, FSH, prolattina testosterone ed estradiolo.
Sia
per la Maca che per la Rodiola non sono ancora stati studiati gli effetti di un
trattamento cronico.
Un’altra
pianta spesso utilizzata per ridurre la stanchezza fisica e migliorare le
prestazioni fisiche di sportivi è il Tribulus (Tribulus terrestris Linn.), pianta che cresce spontaneamente in India fino all’altezza di 5000 m.
Utilizzata tradizionalmente come diuretico, sembra in realtà capace di
aumentare la produzione di testosterone. E negli ultimi anni è diffuso il suo
impiego come anabolizzante e stimolante sessuale maschile. Cautela
(!), perché il Tribulus, di per sé non responsabile di effetti collaterali
conosciuti, sempre più frequentemente si trova presente in integratori per
sportivi associato a sostanze pur vegetali ma certamente più rischiose quali
l’efedrina (Efedra o Ma Huang), caffeina (Cola, Guaranà, ecc.) e yohimbina,
con possibili rischi per il Sistema Nervoso Centrale e per l’apparato
cardiovascolare.
|
|
|