GRAVIDANZA

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La gravidanza non va considerata una malattia, ma è uno stato fisiologico della vita in cui molti farmaci possono avere precise controindicazioni.

Un tempo si credeva che la placenta fosse un valido filtro oltre il quale i farmaci assunti dalla madre non potessero arrivare. Al contrario, molti farmaci passano questa barriera. Inoltre, farmaci che non hanno effetti indesiderati sulla madre (adulto sano) possono invece danneggiare pesantemente il feto (organismo incompleto, in fase di crescita e privo di sistema immunitario e di organi di eliminazione).

Nessun farmaco può essere testato in una donna gravida per ovvi motivi etici. Per questo, gli effetti collaterali in gravidanza sono dedotti da studi preliminari su animali, oppure da segnalazioni spontanee dopo la messa in commercio del farmaco. Clamoroso è stato il caso della talidomide, farmaco antinausea che negli anni 60 è stato ritenuto responsabile di molte malformazioni neonatali. Ora questo farmaco non è più in circolazione, ed esistono studi che permettono di evitare danni così gravi, ma restano numerosi i farmaci che possono essere tossici per il feto.

La Food & Drug Administration ha stilato un elenco di categorie di farmaci con rischio per la salute del nascituro. Tali categorie sono le seguenti cinque:

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Categoria A: farmaci per cui esistono studi in donne e che non mostrano rischi per il feto nei primi 3 mesi (meno dell1% dei farmaci rientra in questa categoria);

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Categoria B: farmaci per i quali gli studi sull'animale non mostrano rischi sul feto, ma per i quali non esistono studi su donne gravide;

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Categoria C: farmaci per cui gli studi su animali mostrano effetti avversi sul feto, ma senza studi controllati sulle donne (la maggior parte dei farmaci in commercio -circa il 66%- rientra in questa categoria);

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Categoria D: farmaci per cui è evidente il rischio fetale umano, ma i cui benefici sulle donne gravide possono rendere accettabile il rischio;

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Categoria X: farmaci per i quali gli studi animali o su esseri umani mostrano anomalie fetali e che presentano rischio sulle donne incinte superano ogni possibile beneficio. Tale classe raggruppa tutti i farmaci potenzialmente pericolosi, includendo  non solo i teratogeni* umani ben noti (talidomide, isotretinoina) ma anche farmaci non teratogeni per cui non sia noto alcun beneficio alla donna gravida.

Anche le erbe medicinali, erroneamente percepite come sostanze sicure perchè naturali, sono in grado di esercitare effetti avversi sul feto. Si tratta infatti di farmaci veri e propri, con precise indicazioni e controindicazioni. A differenza dei farmaci esse si trovano in commercio come miscele di più componenti, per ciascuna delle quali non sono sempre disponibili dati sull'efficacia e suicurezza. Inoltre, c'è il pericolo che le erbe siano sofisticate con varie sostanze e che i principi attivi contenuti non siano esattamente quantificati (si parla di titolazione).

I rimedi erboristici possono anche interagire con tutti i farmaci (sia prescritti dal medico, sia acquistabili senza ricetta), di cui possono aumentare la tossicità verso il feto.

Di seguito riportiamo due tabelle che elencano le erbe ed i farmaci controindicati in gravidanza.

 

1) ERBE CONTROINDICATE IN GRAVIDANZA

NOME ITALIANO NOME LATINO INDICAZIONE TRADIZIONALE MOTIVO PER CUI E' CONTROINDICATA IN GRAVIDANZA
Agnocasto Vitex agnus castus sindrome premestruale effetto androgenizzante
Artiglio del diavolo Harpagophytum procumbens malattie infiammatorie delle articolazioni azione sulla muscolatura uterina
Bardana Arctium lappa acne, dermopatie, per il fegato azione sulla muscolatura uterina
Camomilla Matricaria camomilla ansia, disturbi gastrointestinali stimola le contrazioni uterine
Camomilla romana Anthemis nobilis gastrite cronica stimola le contrazioni uterine
Centella Hydrocotile asiatica insufficienza venosa delle gambe rilassa la muscolatura uterina
Cimicifuga Cimicifuga racemosa disturbi della menopausa dilata i vasi uterini
Ginseng Panax ginseng affaticamento, nevrastenia interferenza sull'asse ipotalamo, ipofisi, surrene
Idraste Hydrastis canadensis vaginiti irrita la mucosa uterina
Iperico Hypericum perforatum depressione lieve stimola le contrazioni uterine
Liquirizia Glycyrrhiza glabra gastrite, ulcera effetti simili al cortisone
Ortica Urtica dioica malattie infiammatorie dell'utero stimola le contrazioni uterine
Partenio Tanacetum parthemium emicrania dilata i vasi uterini
Rosmarino Rosmarinus officinalis cirrosi e litiasi attività procinetica
Sedano Apium graveolens nefropatie stimola le contrazioni uterine
Trifoglio Trifolium pratensis menopausa effetto estrogenico/antiestrogenico
Uva ursina Arctostaphylos uva ursi cistiti, uretriti vasocostrittore

 

 

 

*Teratogenesi: malformazione prodotta da causa esterna, quale infezione, agente fisico, chimico o meccanico agente sull'embrione. Un farmaco è perciò teratogeno quando induce malformazioni nel feto.

 

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